mercoledì 26 marzo 2014

Passioni mortali di Isabel Heyers (nom de plume di Fabiola D'Amico)


Passioni mortali


L'amore coglie Matt impreparato, nonostante lo spinga a rivelare una parte del suo carattere così repentinamente da farlo dubitare addirittura del suo futuro. Mai aveva preso in considerazione la prospettiva di creare una propria famiglia, mandare al diavolo la sua imperitura carriera di accattivante gigolò assieme al suo collega e amico David donando il proprio cuore a una donna speciale. Ma, nel momento in cui vede per la prima volta Rebecca ogni sfaccettatura della sua vita passata perde di valore, intensità e i contorni dei ricordi vengono offuscati dalla bellezza e dalla dolcezza della donna. Il loro incontro avviene in maniera strana, totalmente inusuale, mettendo subito i due nella condizione ideale di provare una passione potente e impensata. Ma ben presto Matt e Rebecca comprendono quanto sia impossibile vivere il loro amore alla luce del giorno. Lei, assediata e oppressa da una sorella dalle forti turbe psichiche, possessiva in maniera totale e allucinante, e preda di un egoismo che raggiunge soglie di inimmaginabile cattiveria. Lui, preda della sua impulsività che lo rende incapace di attendere, comprendere, amare come dichiara di voler e saper fare. Questa volta la Fabiola D'Amico ci introduce nelle trame fitte di un thriller mozzafiato, carico di erotismo e note di ironia insospettabili, nonostante qualche avvisaglia lei stessa l'avesse lanciata nella stesura di “Una giornata da favola”. Fin dalle prime pagine si viene proiettati nei meandri di una narrazione avvincente, per le vie di Miami, fianco a fianco con la squadra Swat intenta a sgominare una banda di narcotrafficanti aiutati nei loro traffici da una talpa all'interno della squadra stessa. Insomma, i presupposti appaiono succosi fin dalle prime battute e la D'Amico non sembra più una scrittrice italiana, ma addentrata nella filosofia americana del genere, quasi stesse ideando la trama di una serie televisiva poliziesca di grido. Non esagerando mai, descrive in maniera minuziosa scene verosimili, addentrandosi nella psicologia dei personaggi permettendo al lettore di immedesimarsi nel migliore dei modi. La lettura risulta, quindi, avvincente da subito. In meno di un'ora si giunge a metà romanzo rendendosi conto di avere avuto la percezione di avere appena iniziato. Come detto in passato, la D'Amico, nonostante la sua ritrosia e timidezza con cui si schernisce nel definirsi scrittrice, peccando di eccessiva umiltà, fornisce le prove di essere degna di tale appellativo, dotata di un talento naturale nella scrittura e nella narrazione delle sue storie. La maniera in cui espone le scene erotiche non infastidisce mai, accattivandosi, invece, l'approvazione del lettore che appare, via via, più convinto di aver fatto la scelta giusta. Non riesco a comprendere, a volte, determinate dinamiche che creano dislivelli tali da rendere più famoso un autore piuttosto che un altro quando, a una semplice obiettività, apparirebbe chiara la differenza sostanziale tra i mediocri e i meritevoli. Inutile dire che la D'Amico entra a far parte, di diritto, nella fazione dei meritevoli. Non solo per la storia che, fino alle ultime battute, regala colpi di scena intelligenti e per nulla “gigioni”, anzi anche molto azzardati e audaci, ma per la sapienza che l'autrice dimostra nel saper narrare tali scene, non risultando mai noiosa, avvincendo, invece. Per questo motivo mi sento in dovere di consigliare la lettura di questo romanzo. Per godere di una buona storia, per saggiare la bravura della D'Amico nel sapersi addentrare, con talento, in nuovi filoni letterari fino a questo momento non sondati e per comprendere, una volta per tutte, la realtà sulla fucina di autori italiani: di bravi ce ne sono e se solo fossero pubblicizzati come meriterebbero, lo saprebbero in molti.  

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