sabato 19 aprile 2014

Il canto del cuore di Macrina Mirti


Il canto del cuore (Passioni Romantiche)


Domiziana è una fanciulla cresciuta all'ombra di regole e comportamenti degni di un nobile. D'altronde lo è, figlia del sovrano Rufo. Siamo nel 569 e le guerre, pian piano, sul suolo di quella che diverrà Italia, si susseguono. Piccoli e grandi scontri atti a cementificare egemonie e nuovi insediamenti, destabilizzando ordini da anni consolidanti e costruendone di nuovi. Vi sono tangibili minacce a minare la pace del regno di Rufo, ma Domiziana è una ragazza con mente prettamente adolescenziale, avvezza all'insubordinazione e incline alla sperimentazione dell'avventura. Forte di questo suo carattere ribelle, la fanciulla decide di inoltrarsi nei terreni limitrofi alla villa del padre, complice un passaggio segreto di cui nessuno sembra essere a conoscenza. Proprio nel mezzo di un bagno ristoratore nel lago attiguo alla villa patrizia, però, due barbari fanno la loro comparsa, le vesti candide della fanciulla in una mano, un ghigno famelico e maligno dipinto sul volto. È la fine di Domiziana? Verrà posseduta con forza fino alla morte? Non vi è altra salvezza che il suicidio nelle acque profonde del lago. Meglio l'ottenebrarsi della mente per sua mano piuttosto che per quella di uomini scaltri e dai desideri sordidi fin troppo evidenti. Ma non sarà la fine di Domiziana, salvata in extremis da Neherem, soldato agli ordini di Rufo e uomo d'onore. Nonostante il bellatores sia un goto di origini, infatti, è il primo soldato del sovrano, colui di cui si fida. E giustamente, dato che, a discapito della pace stessa del regno, egli porrà fine alla vita dei barbari traendo in salvo una sconvolta Domiziana. Quell'episodio sancirà l'inizio della fine o l'inizio di un canto, quello del cuore, capace di avvolgere con la sua melodia anche l'animo più duro e, all'apparenza, freddo? Tanta la carne al fuoco, in questo racconto lungo scritto da Macrina Mirti per “Passioni romantiche”, tante le chiavi di lettura in uno storico che non ha nulla da invidiare ai romanzi considerarti tali per lunghezza. La realtà è che “Il canto del cuore”, nonostante la brevità, cattura ed esalta, lasciandosi leggere in meno di un battito di ciglia, tanto è ben congegnato. Dal linguaggio colto ma fluido, Il canto del cuore narra le vicende di una fanciulla che ancora deve scoprire il mondo ma che ha già conosciuto il dolore della perdita. Forse è mediante esso che Domiziana crede di sapere tutto, di aver vissuto tutto e di essere in grado di scrutare in fondo agli animi delle persone di cui si trova al cospetto. Come ogni adolescente che si rispetti, d'altronde, convinta in ogni momento di possedere una conoscenza profonda della vita e del mondo. Ma la morte riesce a gettare un velo di nitidezza nei suoi occhi, svelando anche quanto la rudezza dei comportamenti di Nehrem sia dovuta a un carattere introverso e serio, capace di celare sentimenti grandi e puri in nome di un rispetto consolidato nel tempo. Perché il rispetto, a volte, è molto più importante dell'amore stesso. Ogni personaggio del racconto è ben delineato, come davvero facesse parte di un contesto di più ampio respiro, come se le parole avessero il potere di dilatarsi per consentire una conoscenza più dettagliata di ogni singolo carattere. Mai, durante la lettura, si cade nella noia o nello scontato. Mai si rimpiange il fatto di non leggere un romanzo di più pagine, proprio per la sapienza che ha l'autrice di intessere la sua trama in maniera puntuale e minuziosa, non tralasciando nulla al caso, saziando ogni piccola curiosità mediante parole ben studiate e dosate. Il canto del cuore trasmette amore, complice anche il contesto storico che perfettamente si presta al compito, riuscendo ad avvolgere la mente del lettore in maniera tale da trasportarlo in altri luoghi il tempo necessario a conoscere le intricate trame che nel racconto si sviluppano. Macrina già c'è stato modo di conoscerla in passato, tra le mie pagine, ma conferma ogni volta quanto scrittrice sia il nome di cui si può fregiare senza dubbio alcuno. Consigliato a chiunque, Il canto del cuore è un racconto godibile adatto a qualsiasi pubblico, anche a quello non avvezzo alle storie romantiche ma desideroso di essere trasportato nel tempo alla continua ricerca di emozioni forti date da altri contesti in altri luoghi. Spero davvero presto di poter godere di un romanza di questa talentuosa autrice, perché sono certa sarebbe un'altra ottima prova.

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