sabato 3 maggio 2014

Anime nere di Andrea Biondi


Anime nere


Anime nere. Nere come il nazismo che sembra perdurare all'infinito, dopo il suo avvento. Nere come il desiderio di riscatto, di giustizia, di libertà che, sovente, rischia di passare il confine sottile del lecito. Nere, come l'orrore in cui i morti non muoiono e hanno bisogno di altro sangue, altra carne e altro delirio per soccombere finalmente, in un rantolo di pace. Forse. Perché nessuno sa davvero se la pace sia poi per i vivi o per i morti. Romano sembra saperlo molto bene, alla guida del suo strano gruppo di... Cosa, amici? Soldati? Compagni? Ci troviamo negli anni cinquanta apocalittici di una Rimini immaginaria, contorta, stramba. Dannatamente nera, come lo sono le anime dei sopravvissuti che tentano invano di continuare a sperare. I nazisti non sono andati via e la guerra, il più grande e catastrofico conflitto che il mondo abbia mai conosciuto in epoca moderna, sembra voler perdurare all'infinito. Romano, il Pelloni, l'Elisa, la Sara... Persino un prete che suona tanto come il giustiziere mascherato. Ma non in chiave comica o tragicamente seriosa. Mascherato del volere di un Dio che sembra essersi dimenticato degli uomini. Come riflette Romano, in effetti, questo Dio sembra aver ecceduto, nella sua sete di giustizia. Non si può distruggere il mondo per creare dalla sue ceneri qualcosa di più sensato. Non è giusto per chi vive, ignaro delle brutture proprie di alcune dinamiche lontane, adatte ai potenti e ai guerrieri e non alla gente comunque, ai contadini, agli umili lavoratori. E il libero arbitrio, in fondo, è semplicemente un'accozzaglia di parole senza senso alcuno. Perché non esiste. Perché qualcuno di potente, forse Dio, forse il demonio, forse qualcun altro, ha già predisposto ogni cosa per gli uomini. E all'umanità non resta che tentare di sopravvivere. Torna Andrea Biondi, torna il suo modo scanzonato di raccontare la vita , complice un'ironia contagiosa che riesce a far ridere e sorridere anche nelle situazioni più delicate e tragiche. Questa volta non siamo alle prese con il thriller riminese di Due, bensì con un horror ben strutturato e decisamente fuori dalle righe. Ambientato nella tanto amata Romagna, Anime nere narra di un immaginario passato costellato da zombie, nazisti golem fatti d'acciaio e fumo, e di un gruppo scapestrato di gente unita dal fato e pronta, forse, ad affrontare una guerra ancor più dura di quella raccontata sui libri di storia reale. Il lettore è spesso portato a chiedersi se scenari di tale stranezza, in fondo, siano stati possibili. Si è sempre ipotizzata un'intelligenza scientifica nel nazismo in grado di creare cose che ancora oggi soltanto immaginiamo. Addirittura si è sempre ipotizzato il ritrovamento del Graal, di una possibile sinergia tra nazisti e alieni, del connubio tra satanismo e occultismo correlato alle SS. In fondo la Thule e tutti i gruppi esoterici, mossi dal culto della magia nera, non sono stati inventati in epoca moderna. Sono esistiti, così come è esistita gente fermamente convinta di poter dominare tali scienze e ascendere al potere mondiale con l'aiuto del demonio. E cosa c'è di più demoniaco degli zombie? Morti viventi che continuano a camminare sulla terra alla ricerca di carne fresca da spolpare. Ma gli zombie non sono poi tutti i morti che son rimasti sulle coscienze di molti aguzzini e che continuano a vivere nelle loro menti, infestandone le sinapsi, pronti a divorarne gli scarni ricordi al fine ultimo di una pazzia meritata? I nazisti, ipotizzati come enormi macchine da guerra, cattivi fino al midollo, inarrestabili nel loro acciaio, dai lineamenti vagamente umani... Non sono forse l'immagine che la storia ha donato loro, supportata da quell'accento così duro e gutturale da incutere timore solo al minimo suono? Non hanno forse dato sempre l'impressione, questi personaggi terrorifici, di essere persone inviate solo per perpetrare una distruzione di massa? Cattivi, neri e terribilmente inumani, i nazisti non hanno sempre dato l'idea di catastrofe? Forse è per questo che la maggior parte degli horror moderni vengono ambientati nell'epoca della seconda guerra mondiale. Perché sono gli scenari e la cattiveria a rendere la storia così terribilmente densa di paura. Non esiste uomo nero più inquietante del nazismo. Ed è un fatto. Così come non esiste forma più vicina alla resistenza del primo partigiano, colui che ebbe l'idea di resistere all'invasore e combattere per la pace e la libertà del prossimo. Ed è questo che fanno Romano e i suoi, pur con i loro difetti, pur con le loro pulsioni umane. Perché, in fondo, di esseri umani si tratta. E così, mentre i morti tornano a camminare sulla terra, pronti a divorare i peccatori in maniera indistinta, come un tristo mietitore incapace di discernere il buono dal cattivo, Andrea Biondi fornisce la prova di essere un autore poliedrico, capace di scrivere e descrivere la vita in chiave naturalistica in ogni genere, pur attenendosi al suo già collaudato metodo di narrazione acuto, scanzonato, sagace e anche un po' gigione. Nonostante la chiave horror, infatti, la lettura procede scorrevole. I dialoghi sono freschi, reali, privi di ridondanze e temuti punti morti. Naturali. Inoltre le descrizioni rendono bene l' idea, scritte come in una sceneggiatura, con tanto di introduzioni “in dissolvenza – esterno - notte” in grado di mostrare e non solo narrare. Il romanzo Anime Nere, in effetti, è stato tratto dalla sceneggiatura di una web series, sempre a opera di Biondi, che sta riscuotendo notevolissimo successo non solo in ambiente italiano, bensì oltreoceano. Candidato al film festival di Los Angeles, infatti, la web series Inglorius Hunterz, ha recentemente vinto il titolo come Best Visual Effect al Rome Web Awards e conta di arrivare lontano, molto lontano. Come, del resto, il romanzo...  

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