giovedì 30 ottobre 2014

Tutta colpa del mare (e anche un po' di mojito) you feel di Chiara Parenti

Tutta colpa del mare (Youfeel): (e anche un po' di un mojito)


Maia è un fascio di nervi che cammina, un po' come Gig robot d'acciaio nella sala degli specchi al lunapark. Dire che vive una vita asettica sarebbe riduttivo, quindi ci si limita a constatare quanto non risulti umana, per lo meno all'apparenza. Il suo modo di essere si è uniformato allo standard voluto e concepito per lei da Lapo e Madre, anche se non riesce perfettamente nella mimesi. In effetti non riesce proprio a mandar giù la fabbrica di riso alla Buba Gamp (mi sembrava quasi di vedere il labbro appeso di Buba mentre sciorinava un'improbabile lista di gamberi al riso) nonostante per lei il cereale sia diventato l'unico alimento di sostentamento (e che, come lei stessa afferma, ha provocato un leggero cambio di ritmo interno che alla Marcuzzi brillerebbero gli occhi all'idea di quanti yogurt potrebbe rifilarle con il bifidus!). Insomma, la vita di Maia, l'ape vagabonda, scorre su binari non propriamente felici, al contrario ordinari al limite dell'esaurimento nervoso grazie anche a un impiego carcerario con Ciccio Cianuro. Questo finché non parte per festeggiare l'addio al nubilato di Diana, sua migliore amica nonché sorella del suo fidanzatissimo abbronzatissimo superfighissimo Lapo. L'evento si svolgerà in Versilia, dove il mare è blu e il Re dei Sette Mari ancora regna indisturbato sul letto di ricordi che scorre placido tra scogli e bicchieri di mojito.

Chiara Parenti. Chiara Parenti è una sagoma! Non posso aggiungere chissà quanti aggettivi per esprimere l'ilarità che il suo modo spensierato e sbarazzino di scrivere mi ha trasmesso. Già dalle primissime pagine mi sono ritrovata a ridere come una povera demente, con mio marito che mi guardava (ormai avvezzo a tali esternazioni) con l'espressione del “Ci risiamo, o è incinta o ha bisogno di una pasticchetta”. Viene naturale, dopo aver letto “Tutta colpa del mare” uniformarsi allo stile dell'autrice, cercando il modo di vedere in maniera ironica ogni lato e sfaccettatura del vivere quotidiano. Non si tratta tanto di gag spassose, quanto di espressioni che rimangono in testa e che non si vede l'ora di adottare nella vita comune. Il romanzo breve della Parenti è un inno alla vita, alla speranza, al raggiungimento di quella bellissima frase che la Fata Madrina (che nel caso dell'autrice è personificata da Alessandra Bazardi) canta a una Cenerentola affranta e demoralizzata: I sogni son desideri. Per Maia, o Apetta che dir si voglia, la Versilia rappresenta il giro di boa dopo il quale la vita deve per forza prendere una svolta che decreterà il resto della propria esistenza. Come spesso accade, raggiunta l'età degli “enta”, si pensa che la propria strada sia prestabilita, diritta e impostata , quasi fosse impossibile modificarne anche solo una traversa. La Parenti dimostra che non è così, che il destino può essere scelto e modificato anche quando non se ne sente minimamente il bisogno. Devo dire che, leggendo sotto la trama ironica, poi, si scopre una profondità di concetti da rimanerne sbalorditi. Sbalorditi per la naturalezza e la semplicità con la quale vengono narrati. Senza essere pesante o struggente, Chiara parla di condizionamento emotivo, di pressione psicologica al limite della sopportazione, di mobbing lavorativo e familiare. Sembra impossibile leggere una sottotrama del genere, eppure Madre e Ciccio Cianuro, nonché l'odiatissimo Lapo, rappresentano proprio il negativo che la vita a volte riesce a propinare. E Marco, o Tonno, il positivo a cui ognuno dovrebbe aspirare per essere felice. Un amore alla Maxibon, che sembra addirittura di vedere un giovanissimo Stefano Accorsi dare un morso al gelato e dire, ammiccando a una timida Apetta, “Two is megl che one!” Risulta, per tanto, impossibile non farsi travolgere da “Tutta colpa del mare (e anche un po' di mojito)” , dal suo linguaggio colloquiale e dalle battute degne della Gucciari (memorabile il cast di The Walking Dead e la scena della probabile prole di Maia e Lapo). Si respira una forte contaminazione dei chick lit d'oltreoceano, dal quale la Parenti sembra aver assorbito tutto il positivo, tralasciando le note tediose o poco originali. Insomma, per dirla in parole semplici, la Parenti spacca e... wow! Tutta colpa del mare è assolutissimamente da leggere!

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