giovedì 27 novembre 2014

Intrigo e Passione di Simona Liubicich

Intrigo e passione
Quella missione sembra più importante di tante altre. Forse è la reliquia che ha il compito di consegnare, ma di non scorgere. Forse è perché Santiago sembra così maledettamente sfuggente, non consentendole di vivere al meglio i pericoli che come spia è portata a dover fronteggiare. Forse è perché il suo cuore non è più lo stesso da quando ha conosciuto e amato Rafat. Rosario osserva la vita sfuggirle, convinta che l'amore non sia qualcosa che debba appartenerle. Non dopo la sua infanzia, non dopo Guglielmo. Aveva sperato che con lui esistesse un futuro, mentre l'uomo già pensava alla Dama Oscura. E forse era stato meglio così, perché il cuore non gli era mai appartenuto del tutto e se ne era resa conto nel momento in cui gli occhi avevano scorto la cicatrice conturbante sul volto duro e stupendo del saraceno. Il saraceno, colui che la trarrà in salvo da qualcosa peggiore della morte. Rafat, uomo indomito di forti principi, piegato dalla vita e consapevole dei propri crimini. Rafat: il sesso più bello e l'amore più completo che lei possa solo concepire. Una felicità insperata è, dopotutto, dietro l'angolo, accessibile anche a lei? Sulla nave di Maklouf Rosario scoprirà la sua vera forza e la vera magia che la vita a volte sa donare.
Arrivati all'ultimo capitolo della trilogia di Simona Liubicich, ci sentiamo appagati, forse rinfrancati, ma decisamente felici di una storia che quadra il cerchio, chiedendoci forse se l'autrice ha qualcosa di nuovo in serbo per noi, tanto esigenti, quanto desiderosi di nuove storie di quelli che sono diventati, in breve, i nostri personaggi preferiti. Intrigo e Passione mantiene ciò che il libro precedente aveva promesso, sancendo una maturità dell'autrice tale da rendere il suo ultimo componimento un libro d'autore. Lo stile decisamente più scorrevole, privo di ampollosità ma pago di una chiarezza che si era perduta un poco nel secondo volume a discapito di un'empatia che invece viene prepotentemente recuperata in questo e tenuta in maniera tenace grazie proprio allo studio che si evinceva star dietro ogni parola. Confermando l'idea di transizione, Simona esplode in un tripudio di classe e talento, parlando di personaggi forti, delineati e caratterizzati in maniera impeccabile, facendo leva sulle sfaccettature dei loro caratteri per narrare storie che sembrano emergere direttamente da una realtà vissuta. Davvero toccante e descritta in maniera ardita ma giustissima, la violenza carnale subita da Rosario. Lo sgomento e la devastazione interna vengono resi al meglio, forse non portati fino in fondo nelle pagine direttamente successive, ma comunque in grado di creare una fortissima empatia col lettore che si trova a odiare il carnefice sperando in una sua dipartita. Simona non delude e puntuale cala la penna come un giustiziere, per punire, appagare, deliziare, sconvolgere. Rafat è forse il più bell'uomo che lei abbia caratterizzato e non dal punto di vista fisico, bensì emotivo. Tornano i temi già vissuti nel primo volume. Un padre reo di non conoscere l'amore filiale e familiare. La denuncia della bestialità insita negli uomini abbietti, la forza delle donne che, mai come in questo periodo storico attuale che ci troviamo a vivere, conosce la sua massima espressione. La Liubicich parla, esterna il suo messaggio di speranza, calcando la mano sul fatto che qualsiasi cosa si desideri fortemente si può ottenere, anche dopo immensi dolori, anche dopo che la strada maestra sembra perduta e tutto diviene, per un immenso istante, buio. La forza, infatti, giunge quando il sipario cala, quando si rimane soli con sé stessi a fronteggiare qualcosa di ancora più bestiale della morte: la cattiveria della vita che sa accanirsi senza pietà. E la vita allora va aggredita, dilaniata con i denti del coraggio, con gli artigli propri di una tenacia che risiede in ognuno, desiderosa solo di emergere. Le donne di Simona Liubicich non sono donnicciole, non sono bambole di pezza alla mercé di uomini arroganti. Le donne di Simona sono forti, caparbie, audaci e fiere. E gli uomini, pur essendo forti e indomiti, rimangono esseri umani prede delle passioni e dei sentimenti che muovono il mondo. In effetti, nell'universo di questa trilogia, ciò che tutto muove è l'amore. L'amore per una donna, per la vita, per i figli, per la brama di potere o per il desiderio di possessione. L'amore è alla base di ogni cosa ed è il solo motore in grado di determinare la riuscita di eventi positivi. Interessantissimi gli scorci storici, resi al meglio, e le eccezioni che ogni tempo fornisce ai puri di cuore o ai tenaci predatori. I cattivi, qui, tornano a essere cattivi, anzi: cattivissimi. Perfido Santiago, deplorevole, Maklouf, viscido e ambiguo Silas. I personaggi secondari hanno il giusto ruolo e conoscono la giustizia del loro posto nel romanzo con Rebecca e Haashim. Il loro amore, infatti, sboccia come potrebbe in una qualsiasi storia reale, deliziando il lettore con un cammeo piacevole dai tratti passionali per nulla artificiosi o superflui. Simona convince, guadagnandosi di diritto il posto che le spetta e che si è guadagnata con gavetta, umiltà e sudore. Chi parla a sproposito credo sia mosso esclusivamente da invidia, propria di questo mondo, ma inconsapevole perché probabilmente ignaro del suo saper scrivere, forse teso a fare la medesima cosa ma incapace di assurgere allo stesso livello. Consigliatissimo, Intrigo e Passione chiude una trilogia onirica di tutto rispetto. Simona Liubicich, stai lavorando al prossimo, vero? Speriamo tutti di sì!

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