giovedì 22 ottobre 2015

I lupanari... i luoghi di perdizione dell'Italia di una volta

Secondo voi è proprio vero il detto "si stava meglio quando si stava peggio"?
Non lo so, ma so di certo che le persone che "bazzicavano" gli anni 30 lo avrebbero pensato. Per la libertà che si respirava. Ovviamente parlo di quella maschile. Il femminismo iniziava le sue strenue lotte, ma con l'avvento del fascismo era sedato e ridimensionato a ogni tentativo di protesta.
E veniamo a noi...
I lupanari, le famose case chiuse.
Ovviamente non erano presenti solo a Roma e, forse, i più famosi luoghi di perdizione non erano neanche propri della capitale, eppure erano una solida realtà, pronta a realizzare i sogni dei giovanotti "di primo pelo" e distendere i pensieri dei signori più "maturi". E, per quanto recarsi in quelle case non fosse uso rispettoso verso la moglie, era pratica normale frequentarli, oltretutto ben più antica degli anni 30, come sappiamo. D'altronde non si è forse sempre detto che la meretrice è il mestiere più antico del mondo? Caligola lo sa bene!


A Roma erano in voga i bordelli de la Suburra, oppure nei dintorni del Circo Massimo, ma ce n'erano di minori sparsi per tutti i quartieri della città. Sapete perché si chiamavano bordelli? Perché inizialmente erano luoghi costituiti in villini situati ai bordi della città. Sotto il periodo del fascio, Mussolini dispose che attorno a ognuno di essi venisse eretto un muro, detto "del pudore", non più alto di dieci metri: piccolo paravento per una pratica vecchia quasi quanto l'antica Roma. Ma le rimostranze per i lupanari erano già iniziate e quella fu una maniera dittatoriale per mettere a tacere qualsiasi recriminazione in merito.

Tutto era perfettamente organizzato: la toeletta, gli asciugamani in dotazione per potersi concedere l'igiene richiesta prima di usufruire dei servizi, e poi i prezzi, anche scontati, a seconda delle necessità del momento.
Ma sapete una cosa? Come accade oggi, con internet e i siti gratuiti  nei quali è possibile perdersi e trovare quel guizzo in più di cui alcuni hanno bisogno per "ritemprarsi", anche allora esisteva chi non aveva il denaro necessario per approfittare di quella che per noi, in epoca moderna, appare come una strana libertà sessuale. I cosiddetti "flanellatori", coloro che non pagavano, ma semplicemente sostavano nella "hall" del lupanare respirando il clima lezioso e lussurioso del luogo, ovviamente mal visti dalle varie gestrici che pretendevano l'obolo anche solo per guardare.
Ovvio no?
Ed ecco che una semplice ricerca su internet ci riporta di colpo a quegli anni, con pannelli e immagini così spinte, per come immaginiamo quell'epoca, da lasciarci stupiti e farci anche spuntare un sorriso di incredula ammirazione.
C'è chi dice che una volta le persone erano bigotte, che al giorno d'oggi si ha molta più libertà di allora... Ma sarà proprio così?



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