mercoledì 28 ottobre 2015

L'emigrazione veneta

C'è stato un tempo in cui il Veneto era terra di migrazioni frequenti e Wikipedia recita che già prima dell'annessione al regno d'Italia lo fosse.
Molti non lo sanno, eppure è così. Scrivendo Volevo solo te ho scoperto cose talmente interessanti su questa popolazione (perché è il caso di cominciare a chiamarla così) che mai avrei immaginato. C'è, pensate, una città in Francia chiamata Vannes proprio in onore dei fondatori italiani. E ancora in Brasile, in America, in Germania, Svizzera, Ungheria... i veneti sono ovunque.
Scherzando a mio marito, tempo fa, dissi che sono come i Gremlins... Ricordate quel film fantasy di tanti anni fa? I simpatici esserini pucciosi si moltiplicavano a contatto con l'acqua... Be', ragazzi, è così: loro sono tra noi! Potete andare ovunque: un veneto vi avrà preceduto.
Perché?

Le motivazioni posso soltanto immaginarle, vivendo io stessa a stretto contatto con molti di loro. La serietà, la responsabilità e l'attaccamento alla famiglia e al lavoro, oltre che alla terra.
Ma c'è anche altro e questo ci riporta al contesto storico di cui ormai parliamo frequentemente. Dunque... veniamo a noi.Tra il 1932 e il 1939, mentre ancora molte zone di Maccarese risultavano paludose e soggette alla lunghissima opera di bonifica, circa 3000 famiglie giunsero nella Pianura pontina per lavorare e colonizzare la terra per volontà del Duce. Di queste quasi 3000 famiglie ben il 60% era veneto e non era una scelta casuale, ma ben ponderata da parte del regime. Si aveva infatti la necessità di immettere una popolazione con comprovata vitalità e prolificità e la regione che meglio si sposava con queste esigenze era appunto quella veneta.

All'epoca si aveva una costante lotta all'urbanesimo, guerra voluta dal Duce per evitare la prolificazione di borghi, per diminuire i costi portati da una città numerosa e, in generale, per garantire il ruolo solitario e lavoratore del contadino medio. Questo significa che quando giunsero queste famiglie in pianura, la vita non fu per nulla semplice. Le case erano decisamente lontane le une dalle altre, non c'era quasi nulla e quel poco era determinato dal duro lavoro. Insomma, un sorta di incubo che nell'intero agropontino vide la realizzazione di vere e proprie città lavoro.
Sapete che qui a Maccarese gli effetti della bonifica sono ancora ben visibili e presenti? Se dovesse accadere, per caso, che le idrovore utilizzate all'epoca, e modernizzate certo, cessassero di lavorare, in pochi mesi si avrebbe lo stesso scenario che quelle famiglie trovarono al loro arrivo qui. Assurdo vero? Eppure affascinante...


Comunque, per la cronaca, esistono associazioni di Veneti nel mondo e addirittura Onlus e quelli all'estero hanno combattuto per veder riconosciuta la lingua veneta antica, da loro ancora parlata, accettata dalla regione nel 2007. Se pensavo che solo a Maccarese ci fosse una situazione simile, sbagliavo!
Una domanda sorge spontanea: ma quanti saranno mai?

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