venerdì 6 novembre 2015

Volevo solo te: i personaggi #1

Manca poco, ragazzi, una manciata di giorni.
A cosa?
Al cartaceo, al digitale... Volevo solo te è ormai una realtà e lo sarà per chiunque vorrà leggere una storia d'amore possibile in un periodo dimenticato da molti. Ma non da tutti, chiaro.

In ogni caso bando alle ciance, di storia ne abbiamo parlato fin troppo negli ultimi periodi (non credete... tornerò!) quindi direi di passare a presentare i personaggi principali che vi terranno compagnia nelle prossime settimane.
Parlare di tutti, oggi, sarebbe impensabile. Tanto il romanzo è breve quanto la psicologia di ogni singola persona ritratta tra le pagine è immensa. 
Inizieremo con calma e, oserei dire, dal più bello di tutti. L'ho creato io, so di che parlo. 
Partire "col botto"? E perché no? In fondo di un libro si può prendere ciò che si vuole e girarlo a proprio piacimento con la forza dell'immaginazione. La bellezza che risiede nella lettura coinvolge anche e soprattutto questo aspetto.
Be', che dire... Buon viaggio ;)

Fausto




Era lui ed era più bello di come lo avesse ricordato per tutta la notte. Il torso nudo riluceva sotto i raggi torridi del sole quasi allo zenit e i pantaloni gli cadevano larghi oltre le ginocchia, ma non sulle cosce, tornite, possenti e chiaramente intuibili sotto la stoffa leggera e aderente. Aveva un torace scolpito, tale da fare invidia alle statue che solo una volta Flora aveva visto in Piazza Venezia, e le braccia richiamavano pensieri oltremodo peccaminosi e dediti alla lussuria più sfrenata, di cui lei non conosceva nulla, ma che immaginava con la forza del desiderio appena natole in petto. Temette di morire di crepacuore, tanto quello correva forsennato fino alle tempie. Notò un sorriso buono, largo e sensuale dipingersi sul volto bronzeo del ragazzo e udì un coro di angeli, che nella realtà altro non era che il chiacchiericcio divertito delle donne di fianco a loro


«Sei venuta, allora» si sentì apostrofare da dietro le spalle, a bassa voce; una mano le sfiorò il braccio delicatamente. Il cuore le balzò in gola battendo all'impazzata, ma non osò muoversi. Lasciò che Fausto le si avvicinasse ancora di più, aderendo il corpo al suo.
Chiuse gli occhi, tentando di respirare per non svenire dalla gioia. Poteva sentire il respiro calmo del ragazzo lambirle l'orecchio destro, le sue braccia forti cingerle la vita, il cuore di lui suonare all'unisono col suo in una danza arcana e misteriosamente veloce.
«Non sai che regalo sia per me vederti qui. Non riesco a non pensarti dal primo giorno in cui ti ho vista» le sussurrò, scostandole i capelli dal collo e posandovi le labbra. Flora trattenne il fiato, mentre un liquido caldo le inumidiva le cosce nude. L'unico ostacolo tra il suo corpo e il buio della notte era la leggerissima camicia con la quale era solita dormire. Avvertì l'erezione del ragazzo spingerle contro le natiche e il suo cuore accelerò ancora, come se fosse in grado di farlo senza ucciderla. Avvertì le labbra morbide di Fausto baciarle timidamente la base del collo, facendola rabbrividire  al punto che si sentì tanto sfrontata da offrirgli maggior spazio inclinando la testa di lato. Senza volerlo gemette e questo risultò un chiaro invito a proseguire. Le braccia del suo moro la cinsero ancora più stretta, mentre i baci si facevano più audaci, risalendo lungo la curva dolce che portava dritta alle sue labbra dischiuse. Flora temette di accasciarsi al suolo, perché le sue gambe divennero tanto molli da non reggere il suo peso senza tremare.


«Stai tremando» le baciò addosso Fausto, e lei fu in grado solo di annuire lentamente portando le mani sopra quelle di lui, ferme ancora sul ventre. Erano calde, forti, grandi quel tanto che sarebbe servito ad amarla come aveva sognato durante le settimane passate. Si morse il labbro, desiderando fare la stessa cosa con la bocca di lui, tanto che si fece audace e mosse il volto verso la sua direzione. E lo trovò, pronto, conturbante, lo sguardo brillante nella luce della luna piena. Si fissarono e Flora seppe che non c'erano discorsi da fare, parole da cercare, frasi a effetto da cantare. Le loro labbra si cercarono nello stesso momento e si trovarono, di conseguenza, iniziando a rincorrersi in un gioco sconosciuto a entrambi, ma naturale come lo era bere. Flora fu la prima a dischiudere le sue, anelando qualcosa di più. Fausto rispose prontamente, leccandole via il sapore del timore, della vergogna, del piacere di saperlo vicino. E d'un tratto i loro corpi immobili presero vita, desiderando di comune accordo una vicinanza diversa

* Foto Web

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