martedì 10 novembre 2015

Volevo solo te, i personaggi #3

In ogni romanzo che si rispetti, non può mancare il cattivo. Per lo meno non nei romanzi che presuppongono un grande amore. In fondo senza ostacoli non ci sarebbe il pathos necessario a voler davvero essere l'uno nelle braccia dell'altro no?

Ma chi è davvero il cattivo di Volevo solo te?
Renzo Lorenzin è davvero così meschino come vorrei dipingerlo? E chi era, nella realtà?
Come per Miss Gioconda, personaggio strettamente collegato al nuovo fattore dell'azienda, lascerò che siano le parole del Lorenzin a raccontarvi del suo carattere e del suo modo di muoversi tra le persone.
E ricordate che Renzo non è solo scaltro e subdolo, ma anche dannatamente bello.
Come ogni cattivo conturbante che si rispetti!

Renzo


Schioccò le labbra, dondolando sui talloni, mentre le dita scivolavano lungo gli straccali e si andavano a incuneare tra i pantaloni e la camicia intrisa di sudore. Si sarebbe rassettato prima di uscire a festeggiare. La prima notte in quel luogo non poteva trascorrere senza una puntata nei bordelli di Roma di cui gli era stato parlato assai bene dagli amici emigrati prima di lui. Catturò con lo sguardo l'immagine di Lucia intenta già a disfare le valige e decise di sfogare i propri bollori in quello stesso momento, per evitare inutili perdite di tempo più tardi. In fondo se doveva pagare qualche puttana, era bene farlo a ragion veduta e non per una sveltina regalata per la troppa fretta di infilarlo nel buco adatto. Rimase in silenzio, osservando le forme generose di sua moglie. Inadatta al concepimento di prole, era soddisfacente almeno tra le lenzuola, non fosse altro che almeno era docile e remissiva quanto bastava per esaudire ogni sua turbolenta fantasia. Attese, come un ragno sulla tela, finché la donna non gli passò di fianco per andare a prendere la sua valigia ancora a terra di fianco alla porta. Con uno scatto fulmineo del braccio la accalappiò cingendole la vita e togliendole il fiato. Incredula, per nulla preparata a quell'assedio, la donna annaspò nel vuoto, atterrando poi con i palmi aperti sul legno duro e fibroso della tavola su cui avrebbero desinato da quel giorno in avanti. La sentì sospirare, irrequieta, quindi rassegnarsi docile ai suoi voleri.
«Brava, mogliettina, sai cosa voglio» le sussurrò, avvicinandole la bocca all'orecchio. Le sciolse la severa crocchia con cui aveva ordinatamente acconciato i capelli alla nuca, quindi le scompose la massa nera di riccioli che cadde sulle schiena e sul tavolo scuro.

«Abbassati e allarga le gambe» le ordinò, mentre con una mano armeggiava con la patta dei suoi pantaloni per tirare fuori il suo membro, svettante e pronto. Lo eccitava il potere che il suo ruolo gli conferiva. Non solo di fattore, ma anche di marito.


«Be', comunque non c'è molto da spiegare, mia cara Flora» continuò poi, avvicinandosi. In poche falcate le fu di fronte. Il bacino all'altezza del suo volto. Pensò di alzare lo sguardo, ma si rese conto di essere in una posizione equivoca e davvero sgradevole. Se lo avesse guardato, la prospettiva dal quale l'avrebbe fatto sarebbe stato dalla cintola in su e, per quanto il suo corpo ne fosse tentato, si ritrasse impercettibilmente sul pavimento guardando un punto imprecisato a terra. Rimasero in silenzio per parecchi secondi, come se il fattore volesse mettere alla prova la sua curiosità, quindi lo sentì piegarsi sulle gambe e portare il volto all'altezza del suo. Le sollevò il mento, costringendola a guardarlo. Flora sentì lo stomaco contrarsi in un miscuglio tra desiderio, adrenalina e fastidio. Non riusciva a decifrare i suoi sentimenti, ma seppe chiaramente che non erano gli stessi che provava con Fausto.

Dal 15 Novembre Volevo solo te (clicca sul nome per scaricarlo in ebook) sarà disponibile anche in cartaceo!
*foto Web  

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