venerdì 13 novembre 2015

Volevo solo te: la vera protagonista

Siamo giunti a due giorni dall'uscita della versione cartacea di Volevo solo te. La copisteria sta lavorando alacremente e in questo momento un bel po' di copie in bianco e nero con banda rossa stanno sfilando sui nastri una dopo l'altra, allineandosi composte in attesa di trovare il proprio posto nel mondo.
Nelle vostre case? Probabile. In libreria? Forse...


Ma c'è una cosa ancora più importante, che si muove sotto quel bacio intenso che è la fotografia di un amore ancora da scoprire...
Flora, che ancora sogna, ancora corre nell'erba, ancora arrossisce per uno sguardo intenso rubato nei campi.
Flora che non sa e non vuole sapere cosa significa crescere. O forse sì: forse desidera così tanto conoscere la vita che ne fugge per la paura che l'emozioni la sovrasti.
Flora, una ragazza d'altri tempi con l'innocenza propria delle adolescenti tumultuose.
Ed ecco che oggi parleremo della mia splendida protagonista, una ragazza bellissima, dal corpo in evoluzione, con un amore sconfinato nel petto e un mondo da scoprire negli occhi.
Perché Flora è dentro di voi, dentro di me. Flora è il nostro fanciullo interiore.
Amatela come io ho amato lei.

FLORA
La mattinata trascorse nel timore e nella speranza di rivedere quel ragazzo senza nome, mentre le gambe solerti pedalavano e macinavano chilometri con la stessa lena con la quale le donne raccoglievano il grano in luglio e stipavano il fieno nei silos. Molti pensavano erroneamente che la sua mansione fosse più leggera di tante altre, ma correre come faceva lei tutto il giorno, piegata nello sforzo di filare via carica di acqua, era tutto fuorché semplice. Lo sapeva bene il suo fisico, adattato allo sforzo fisico e modellato di conseguenza. Il seno abbondante , sul ventre piatto e il vitino da vespa di cui tanto andava fiera, era l'unico ingombro di cui avrebbe fatto a meno durante le cavalcate forsennate in sella al suo inseparabile mezzo a due ruote, questo almeno fino al momento in cui non le capitava di specchiarsi nei vetri degli spacci aziendali. In quei frangenti poteva ammirare estasiata la sua figura, provando un guizzo di orgoglio e un brivido di eccitazione nell'osservare ogni sua curva voluttuosa che sembrava gridare desiderio a ogni fremito. Quando giunse nei pressi del campo dove lavorava quel ragazzo dagli occhi penetranti, quindi, non ci pensò due volte a togliersi il fazzoletto dalla testa e scuotere i suoi lunghi capelli ramati, selvaggi nella massa fulva che era fiera di ostentare alla luce del sole.




 Uscì dall'acqua e notò come gli ultimi raggi di sole che filtravano tra gli alberi le cadessero addosso giocando col pulviscolo fine che le vorticava attorno. La sua pelle riluceva nel riflesso dorato del tramonto facendola sentire sensuale, bella come mai si era sentita. Il pensiero del suo appuntamento notturno le accelerò i battiti del cuore e le illanguidì le membra, inducendola a sorridere di nascosto per il suo dolce segreto. Sentendosi osservata alzò lo sguardo giusto in tempo per notare un paio di occhi chiari sparire oltre le fronde degli alberi dirimpetto al canale e le guance tornarono a imporporarsi. Le sue labbra dipinsero una “o” sul volto stupito e lo sconcerto iniziale cedette subito il passo all'emozione e alla meraviglia. Era lui? Davvero l'aveva vista nuda? E cosa aveva pensato? Le era piaciuta? Gli occhi lucidi di incredulità, afferrò l'asciugamano e iniziò a tergersi l'acqua di dosso. Ascoltò distrattamente Nilde blaterare qualcosa senza realmente dare peso alle sue parole. Quegli occhi le erano entrati dentro, cantandole una melodia impossibile da ignorare.


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