Gli inizi - 2012

2012 - Gli inizi

Odiava far tardi a lavoro. Odiava con tutto se stesso fare tardi, cazzo! Uscì di corsa dall'ufficio e si inoltrò nell'ascensore senza badare a Brendan e al culo da favola che faceva capolino dalla sedia... Sì, ok, uno sguardo lo aveva buttato, ma niente di più. Era venerdì e il venerdì si scopava! Non esisteva altro nella sua testa, arrivato al fine settimana. E dato che Brendan puzzava di etero da chilometri, di certo non poteva perdere del tempo prezioso a elucubrare sul quel corpo muscoloso che poteva intuire sotto a quella camicia così stretta che..
«Cazzo, Dre» sospirò passandosi una mano sulle labbra «calmati o arriverai a casa con l'uccello così dritto che non riuscirai neanche a pisciare». Dondolò sui talloni guardando il soffitto e contrasse la mascella. Inspirò, espirò, le porte dell'ascensore si aprirono e lui fu fuori in mezzo secondo esatto. Giunse davanti alla vetrata che lo separava dalla strada e si bloccò con gli occhi sgranati e il trench svolazzante sui fianchi.
«Porca troia» imprecò schiaffeggiando con il palmo la fronte e mordendosi nervoso il labbro «la valigetta. Mannaggia la puttana!» esclamò tornando indietro di corsa e andando a sbattere contro a un paio di spalle enormi. Il contraccolpo lo fece sbandare e fu solo per miracolo che non rovinò a terra. Fuori pioveva e il pavimento sdrucciolevole certo non era il sicuro appiglio che avrebbe preferito in quel momento.
«Ma che cazz...»
«Va di corsa, per caso?» lo apostrofò una voce profonda dall'alto. Dre, piegato ancora sulle ginocchia pur di mantenere una certa stabilità, sollevò lo sguardo, già pronto a incazzarsi come una vipera. Chi diamine era quella specie di golem piombato nel palazzo? Un bel golem, alto due metri e tempestato di muscoli, però... 
«Ha perduto anche la parola o sta ancora cercando di capire come si fa a rimettersi in piedi?» continuò l'altro provocandolo arbitrariamente. Nonostante la testa di cazzo che stava dimostrando di essere, gli protese una mano che Dre afferrò saldamente. 
«Mister simpatia...» commentò alzando un sopracciglio. Lo guardò e fu costretto ad alzare un po' troppo gli occhi. Non era abituato ad avere a che fare con qualcuno tanto più alto di lui. 
«Mi considero solo uno che sa osservare il lato ironico della vita» ribatté quello convinto.
Dre aggrottò la fronte tentando di capire se quel golem fosse un coglione oppure solo una persona estremamente intelligente. A volte il confine era davvero labile... almeno stando alla prospettiva degli altri.
«Era una battuta la mia» disse sciogliendo la stretta e indietreggiando di un passo. «Comunque scusa per esserti venuto addosso, è che... sì, vado di corsa. Sai, è venerdì e...» tergiversò portando una mano sulla nuca. Guardò in basso e sorrise. Cazzo, stava flirtando con quel tipo? Sul posto di lavoro? Per quanto ne sapeva poteva essere un editor nuovo, un amico del capo, un...
«Venerdì, già... Vedo che sei passato al tu. Mi sta bene... Senti, io stavo andando al quarto piano. Ho un appuntamento con... Uhm... O'Brien mi pare si chiami» disse l'altro senza staccargli gli occhi di dosso. Eccitante. Cristo, eccitante davvero...
«Sì, il mio capo» annuì. Evviva le conferme della vita che arrivavano senza essere state chiamate! «Lo trovi in ufficio, ma devi sbrigarti perché  è tardi» concluse.
«Mi accompagni tu, allora? Stavi salendo, giusto?» chiese l'uomo coprendo la distanza tra loro. Dre lo fissò, interdetto.
«Sì, ma... Io a dire il vero vado di corsa, te l'ho detto... E poi, io non so...»
«Potremmo prendere un aperitivo appena finisco.»
«Ma scusa, io non so neanche chi sei...»
«Sono Liam Sunny, piacere» rispose l'uomo porgendogli di nuovo la mano.
« Liam Sunny?» chiese curioso afferrando la stretta. Il guizzo di eccitazione viaggiò sotto pelle incendiandogli anche le orecchie. «Stiamo parlando di quel favoloso autore che ho passato all'editore? Quello di "Un bacio e ancora?"» continuò mentre il sorriso si allargava sulle labbra mano a mano che realizzava l'identità dell'uomo. Non poteva crederci. Un golem da urlo e anche intelligente! Altro che coglione...
«Esatto...» replicò roco lo scrittore accarezzandogli lieve il dorso della mano con il pollice «Vedo che il mio nome mi precede. Non mi dispiace se si tratta di te» continuò sorridendo a sua volta.
Si fissarono per un momento ancora, studiandosi. E cazzo, era proprio un tipo da spogliare e succhiare senza pensarci troppo.
«Be', dai, faccio uno strappo alla regola e ti accompagno» cedette. «Mi hai incantato con quel romanzo. E i personaggi... Non sai quante volte avrei voluto parlarti durante la valutazione e...»
«Abbiamo tutta la sera» lo interruppe Liam spingendo il tasto dell'ascensore. Lo sguardo che gli lanciò gli arrivò dritto fino all'uccello, provocandogli un brivido così potente da fargli abbassare la guardia.
«Già, abbiamo tutta la sera» convenne seguendolo. Il venerdì, quella sera, sarebbe iniziato molto prima...

#2

«Parlami, mi piace quando...»
«No» lo zittì rabbioso mordendogli un labbro «taci e scopami. Ce l'ho duro come il marmo» continuò leccandogli il mento e poi ancora succhiandogli la lingua. Non gli diede il tempo di mugolare, non lo avrebbe sopportato. Voleva quasi fargli male, tanto la frenesia lo divorava. Lo baciò avido, senza farlo respirare, quindi gli afferrò con entrambe le mani quel culo sodo che non avrebbe penetrato, ma che non vedeva l'ora di leccare, sperando che la finisse di parlare.
La voglia di sesso improvvisa che l'aveva investito non era del tutto motivata, c'era da dirlo. Lui era la puttana del Jiant e del Pott's - adorava definirsi così... era eccitante - ma quando gli si drizzava, e rimaneva duro come acciaio per tutto il tempo di un aperitivo e una cena, poi non c'erano santi.
Una mano si insinuò tra i suoi capelli, seducente, delicata, carezzandogli lieve la nuca per scendere poi lenta sulla schiena. Liam sembrava una ragazzina alla prima cotta, cazzo, e a vederlo sulle prime non lo avrebbe mai detto. Oddio, neanche dopo... Sua madre lo avrebbe distrutto per quel commento sessista.
O Cristo, non poteva pensare a sua madre in un momento come quello! Scosse la testa, divincolandosi dalla presa, tornando a baciare il golem con più foga ancora.
Erano saliti sull'ascensore e l'attrazione era corsa sottopelle come una scossa, senza lasciarli neanche nel momento in cui si erano separati. Poetico... fin troppo per i suoi gusti. In fondo non erano piombati in un romanzetto folk con tanto di cowboy pronto a dichiarare amore eterno. Dio ce ne liberi e scampi!
Si erano riuniti dopo il colloquio con O'Brien e nel discendere al piano terra le mani non erano proprio riuscite a rimanere ferme. Nel termine di dieci secondi lo aveva sbattuto al muro, insinuandogli la lingua nella bocca, fregandosene di trovare la sua, pensando solo al sapore, al movimento e alla carica che a ogni affondo il suo uccello sembrava ricevere. Non era il simbolo della prontezza di riflessi, Liam, ma certo era proprio un uomo da scopare.
«Impetuoso, piccolo» gli sussurrò malizioso il golem all'improvviso, sciogliendosi la cravatta e sbottonandosi la camicia. Possibile che ancora avesse addosso i vestiti? Stava perdendo colpi...
«Impetuoso? Che cazzo... ma ti sembra il momento di scrivere romanzi, questo?» ribatté gettandolo sul sofà. Lo osservò dall'alto, riuscendo solo a pensare che sì, lo avrebbe succhiato sul suo divano bianco. Billy era nel giardino, per fortuna, anche perché non aveva dimostrato simpatia per il nuovo arrivato. Poco male, tanto avrebbe sloggiato a breve. Il golem, no il suo pastore!
Si inginocchiò sotto gli occhi lucidi di Liam, cercando di non dare seguito a un contatto visivo di cui non gli interessava l'esistenza. Cazzo, era la verità: quello era sesso, certo non una dichiarazione d'amore eterna.
«Uhm, piccolo, che vuoi fare?» gli chiese il golem divertito, guardandolo abbassargli i pantaloni fino alle ginocchia. Avrebbe tanto voluto rispondergli, ma se lo avesse fatto sarebbe saltata la parte più interessante del venerdì sera e il suo uccello non glielo avrebbe mai perdonato. "Ogni lasciata è persa" e quello era un motto valido tanto ad Alberta quanto a Melbourne. Fece scorrere le dita sulla pelle calda dell'uomo, giungendo fino ad afferrare lo scroto che aveva tutta l'aria di attenderlo. Si leccò le labbra, apprezzando il ciuffo di peli neri che occhieggiava dagli slip. Slip bianchi... Un bel modo per mettere in risalto quel cazzo enorme che si intravedeva sotto la stoffa.
«Lo vuoi?» incalzò il golem. Cazzo, ma di stare zitto proprio non aveva intenzione? Insinuò le dita sotto l'elastico e non ebbe neanche bisogno di cercare la carne tiepida e umida, perché già svettava oltre i bordi lenti. Afferrò quell'uccello, facendolo sgusciare in un movimento unico e fluido, quindi vi calò la bocca, leccandone l'estremità con gusto.
«Ecco, così mi...» iniziò Liam, ma Dre aumentò senza preavviso il ritmo, riducendolo presto al silenzio. Gli unici rumori che si sentivano nella stanza erano i suoi risucchi e i gemiti soddisfatti del golem. Cazzo, quello era il suono giusto! Senza prendere respiro, pompò in basso, allargando le ginocchia in terra per trovare una posizione più comoda. Leccando e succhiando quell'uccello enorme, portò una mano sulle palle per cercare di stimolare ancora di più i sensi del partner, mentre con l'altra si slacciò i pantaloni alla ricerca del suo piacere. Certo, non sarebbe stata la stessa cos...
«Fermati, non voglio venirti in bocca» gli disse il golem spintonandolo malamente all'indietro. Dre, la bocca ancora aperta e gli occhi lucidi, lo guardò avvertendo un guizzo infrangersi dritto dritto nello sfintere. Uhm, quel gesto autoritario faceva ben sperare... Allora quel Liam non era proprio un cogl...
«Vieni qua» gli disse afferrandolo per il colletto e costringendolo ad alzarsi. In piedi, osservò il golem sovrastarlo, tirargli fuori il cazzo senza smettere di guardarlo negli occhi e sorridere di gusto.
«Ho capito che tipo sei» sussurrò alzando un sopracciglio.
«Ah sì?» lo provocò sorridendo a sua volta, curioso.
«Oh sì. Tu non sei da smancerie, da parole o carezze. Tu vuoi essere solo fottuto come una puttana» continuò quello segandolo con forza. Al di là del leggero fastidio, Dre iniziò a sentire un'eccitazione ancora più animale colmare quella parte di cervello ancora troppo lucida. Chiuse gli occhi, socchiudendo la bocca, e  reclinò il capo all'indietro gemendo.
«Oh no, piccolo mio, non così» lo stupì l'altro afferrandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi. Non riusciva a capire come, ma quell'energumeno era riuscito a fare tutto senza togliere le mani dal suo uccello. Cazzo, dieci punti per Grifondoro! Venne spinto in avanti con un colpo deciso tra le scapole, quindi fu denudato alla bell'e meglio con i pantaloni arrotolati fino alle caviglie. Liam abbandonò la presa sul suo cazzo e prese a strofinargli la punta del suo tra le natiche, sospirando d'eccitazione, mentre con una mano gli teneva ferma la testa contro la spalliera del sofà.
«Cristo sì!» esclamò senza rendersi conto di parlare. Il golem dovette pensare fosse un incitamento perché si inumidì le dita portandosele alla bocca, poi iniziò ad allargarlo sapientemente senza smettere di masturbarsi contro il suo corpo. Dre era al parossismo, con un cazzo che rischiava di esplodere senza essere neanche toccato.
«Dai, bello, avanti!» lo incitò iniziando a dondolare, sporgendo il culo all'indietro. Voleva che lo penetrasse, che lo leccasse, che spegnesse quel dannatissimo fuoco che lo incendiava e che non gli consentiva di pensare ad altro. E poi fu riempito, proprio come aveva desiderato. D'un tratto, in un colpo dolce, anche se unico. Il golem ci sapeva fare: cazzo, sì! Lo pompò a dovere, dosando bene la forza, e riprese a smanettarglielo senza parsimonia. I loro movimenti non durarono ancora a lungo e il tutto fu abbastanza breve, per la verità. Ma a Dre piaceva così. Gli bruciava soltanto aver atteso tutto il tempo del viaggio fino a casa sua. Quella scopata si sarebbe potuta svolgere tranquillamente nel bagno del ristorante, ma tant'era...
Quando terminarono, Liam gli si riversò sulla schiena, ansante. Sembrava felice e a Dre quasi dispiaceva staccarlo a forza dal dolce universo fatto di sorrisi e sogni in cui sembrava essere piombato. Si sedettero sul divano, in silenzio.
«Sei stato grande» iniziò tirandogli un pugno sulla spalla «e sarai stanco... cazzo, si è fatto davvero tardi» continuò osservando l'orologio.
«Ah, sei davvero un pessimo attore» commentò l'altro divertito, scuotendo la testa. «Facciamo così, Dre... Io abito lontano, comunque non potremmo vederci e sinceramente, per quanto ti scoperei quasi tutti i giorni, non sei il tipo con il quale vorrei passare la mia vita. Quindi, stai tranquillo, non voglio ritrovarmi qui domani mattina a sfornare biscotti per te» sorrise ricominciando a vestirsi. Dre lo guardò, incredulo e pure un po' incazzato. Che significava che non era il tipo con il quale avrebbe voluto vivere? E perché? Neanche si conoscevano, Cristo!
«Possiamo scopare ogni volta che verrò in città, però» riprese il golem abbassandosi per dargli un bacio a fior di labbra «mi piacerebbe... leccarti l'uccello, la prossima volta» ammiccò raggiungendo la porta.
«Ehi, aspetta un momento» lo fermò interdetto lui, ancora seduto sul sofà «te ne vai così?»
O ma cazzo, doveva essere proprio imbecille! Era quello che aveva voluto fin dall'inizio, perché diamine lo stava fermando?
«Reggeresti a un altro incontro?» gli chiese l'altro appoggiandosi con la spalla alla porta ancora chiusa. Lo stava mettendo alla prova? Davvero?
«Vieni qui e fammi vedere se sei capace di farmelo venire duro di nuovo» lo provocò contro tutti i suoi propositi iniziali. Era un idiota, sì, ma quel culo ancora non era stato venerato a dovere. E la notte era ancora giovane...

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Eh, ma Liam diciamo che merita un momentino un occhio di riguardo ;)

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  2. Direi un inizio col botto! E il Gole mi ispira molto ;-)

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    1. Hai letto gli altri? Diciamo che Dre si svelerà a poco a poco per poi "scoppiare" nel romanzo ;)

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  3. Direi un inizio col botto! E il Gole mi ispira molto ;-)

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